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Veterinario per Gatti Norvegesi

Il gatto che discende dagli elfi: etimologia e prime attestazioni in letteratura del gatto norvegese

Il gatto norvegese, come indica il nome stesso, ha origini scandinave. In lingua norvegese, il suo nome corrisponde a Norsk Skaukatt, che ha il significato di Gatto delle foreste del nord. In letteratura, la prima attestazione del gatto norvegese risale all’anno 1599. Il merito è da attribuire al Peter Clausson Friis, noto alla comunità di quel tempo in qualità di naturalista, nonché sacerdote danese.

Trascorrono più di duecento anni dal secondo passaggio del gatto norvegese su di un’opera letteraria a quattro mani, realizzata da Jørgen Moe e Christen Asbjørnsen. La collezione di racconti autoctona ebbe un successo tale che i due artisti furono paragonati ai fratelli Grimm. Il carattere fiabesco spesso associato al gatto norvegese delle foreste deriva in toto dalle numerose leggende che accompagnano il felino fin da tempi antichissimi. Si narra, infatti, che il gatto norvegese discenda nientemeno che dagli elfi.

Il motivo è da ricondurre alla straordinaria capacità che hanno i gatti appartenenti alla razza scandinava di scendere dagli alberi mantenendo la testa capovolta per l’intero percorso. Se non bastasse, hanno un’altra peculiarità che accresce ulteriormente il mistero intorno a loro. Dispongono di zampe insolitamente più larghe rispetto alle altre razze, caratteristica grazie alla quale riescono a camminare nella neve senza mostrare un minimo di incertezza. Un altro segno, secondo i racconti di leggende che si perdono nel tempo, della sua discendenza dalle creature fantastiche che popolavano le foreste di allora.

Dimensioni imponenti: l’aspetto e le caratteristiche del gatto norvegese

Il gatto norvegese delle foreste ha dimensioni generose. Un esemplare maschio può raggiungere un peso pari a 8 kg, mentre le femmine si attestano sui 3-3,5 kg, anche se ci sono casi di gatte arrivate a pesare fino a 5 kg. Le zampe anteriori dei gatti appartenenti alla razza scandinava sono generalmente più grandi se confrontate con quelle delle altre razze, con i piedi palmati. La loro conformazione – che in un primo momento può lasciare spiazzati chiunque – è facilmente spiegabile dall’origine geografica. Zampe robuste e piedi palmati garantiscono un importante vantaggio tra i muri di neve nei Paesi scandinavi.

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Il pelo, sia nelle zampe che nel resto del corpo, è folto. In particolare, la zona dove si registra la maggiore concentrazione di pelo è il collo, così come nella coda. Le dimensioni imponenti del gatto norvegese vengono confermate anche dalla grandezza degli occhi, che di solito sono di colore verde oppure oro.

La razza norvegese che possiede il manto prevalentemente bianco può presentare un colore differente degli occhi, tendente più al blu. Tutti gli altri invece, il cui colore del manto rappresenta un ibrido con altre tipologie di razze, hanno degli occhi verdi intensi oppure gialli, tendenti al dorato.

Gli ultimi due elementi distintivi del gatto norvegese delle foreste sono le orecchie e il naso. Le prime sono appuntite e tendono a puntare in avanti, mentre il naso si presenta ad occhio nudo dritto, senza alcuna gobba.

Giocherellone e indipendente, tra i pochissimi ad amare l’acqua: il carattere del gatto norvegese

Ama stare all’aperto, il suo habitat naturale, ma non disdegna nemmeno l’appartamento. Se si ha intenzione di prendere un gatto norvegese delle foreste, sarebbe preferibile avere una casa con un piccolo giardino fuori. I gatti appartenenti alla razza norvegese si contraddistinguono per la loro indole calma e intelligente allo stesso tempo. Amano anche giocare, sia con altri eventuali gatti presenti in casa o in giardino, sia con altri animali, inclusi i cani. Ciò che più gli interessa è giocare.

Il gatto norvegese rientra tra le pochissime razze a cui piace l’acqua. Il felino scandinavo si diverte oltremisura quando può essere a stretto contatto con una bacinella contenente dell’acqua. Il comportamento che assume è imperdibile per chiunque, soprattutto per i bambini, con cui va estremamente d’accordo. Come tante altre razze, il “norvegese” non ama i rimproveri a muso duro ma preferisce maggiormente che si usino toni comprensivi. Non è detto però che obbedisca.

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