Cibo e felicità: perché il gatto impasta?

Chiunque abbia un felino in casa si sarà accorto almeno una volta di un gesto particolare. Un movimento ritmico con le zampe anteriori e i polpastrelli allargati su una superficie morbida.

Se è la prima volta che si vive insieme a un gatto, questo potrebbe essere percepito come strano, ma in realtà è uno dei suoi modi più espliciti per dire “Ti voglio bene”, oppure per far capire di essere felice.

In gergo popolare questo si traduce in “fare la pasta” proprio perché il movimento delle zampe è molto simile all’atto di impastare ad esempio il pane o la pizza.

Quando poi è associato alle fusa, si può star certi di aver conquistato il cuore del micino.

Un altro dei momenti in cui è più felice è sicuramente quello in cui vede la sua ciotola riempirsi.

In ogni caso, gli animali non hanno tutti gli stessi gusti. Anzi si può affermare che proprio i gatti siano fra i più selettivi quando si parla di cibo.

Per questo è importante variare e riuscire a scegliere il più possibile alimenti umidi dalle diverse consistenze e sapori, per non correre il rischio che non solo non mangi, ma che nutrendosi con pasti non completi possa riscontrare problemi di salute.

Come nasce il gesto di “fare la pasta”

I gatti iniziano ad impastare fin da piccolissimi nel periodo dell’allattamento e utilizzano questo metodo per far uscire più latte dalle mammelle della mamma.

Si tratta di un atto innato e che quindi non può essere insegnato. Infatti anche se la stragrande maggioranza dei mici lo compie con regolarità, può capitare che ce ne siano alcuni che invece non l’hanno mai fatto.

Questo non significa per forza che siano tristi, ma magari sono stati staccati dalla mamma troppo presto e non hanno completato lo svezzamento.

Un felino dato in adozione precocemente, perché magari abbandonato prima della fine dell’allattamento, può portarsi dietro comportamenti differenti, più restii e meno socievoli di uno che invece ha potuto godere di primi mesi di vita sereni.

Perciò è importante capire quando il proprio animale sta bene, anche in assenza dell’impastamento.

L’importanza di una corretta alimentazione perché il gatto sia felice

Fra gli aspetti che più incidono sull’umore del gatto, c’è quello dell’alimentazione.

Il felino nasce come carnivoro e, nonostante le evoluzioni nel tempo, il suo fabbisogno di proteine continua ancora oggi ad essere maggiore rispetto ad altri mammiferi. Il gatto viene infatti detto “carnivoro stretto” o “carnivoro obbligato” perché non può rinunciare a una alimentazione a base di ingredienti animali per vivere.

Per prima cosa quindi il gatto non è onnivoro, per questo è necessario sapere quali sono gli alimenti che possono fargli bene e quali invece non sono adatti per la sua salute. E poi preferisce una dieta variata.

Può capitare infatti che, dandogli sempre lo stesso cibo, possa smettere di mangiare. Ciò vale per tutti i pasti, anche per le crocchette: una volta individuata la tipologia giusta e di qualità, è preferibile mixare più gusti tra quelli disponibili.

Per quanto indipendenti, poi, i gatti sono molto emotivi: se si trovassero di fronte a un pasto che gli ha provocato traumi o disturbi, molto probabilmente lo ignorerebbero.

Attenzione, infine, agli errori più comuni: l’eccesso di carboidrati e la sostituzione di proteine animali con quelle vegetali possono portare scompensi alla sua salute, dai problemi intestinali, fino al diabete.

È chiaro quindi che i felini sono animali forti e resistenti, ottimi cacciatori e anche molto intelligenti, ma quando si tratta di cibo è necessario essere informati il più possibile perché sono particolarmente delicati.

E alla fine dei conti si sa: un gatto che mangia correttamente è un gatto felice.